Il primo concetto da tenere presente quando si pratica il Blues è che l’orecchio e l’istinto sono le cose più importanti e che i supporti teorici sono solo delle facilitazioni di cui usufruire ma che non possono in nessun modo sostituire la pratica empirica. Il blues non è una forma musicale ne’ un tipo di brano ma piuttosto un approccio alla musica che permea il jazz dalle origini ad oggi. Mi piace sempre citare le parole di Ellington quando dice che il Jazz è la ricerca del senso del blues e dello swing nella musica.

Praticare il blues è quanto mai semplice dal punto di vista teorico. Basta ascoltare un qualunque assolo di B.B. KingMuddy Waters per rendersi conto che buona parte di quello che stiamo ascoltando si svolge all’interno delle 6 note della “Scala Blues”. Qualcuno aborrisce questa dicitura ma resta pur sempre comoda per orientarsi.

Ricordo che per un uso efficace di queste schede consiglio fortemente il supporto delle lezioni on line . In questo articolo molti termini sono collegati alle pagine di Wikipedia sull’argomento, cosa che può aiutare la lettura.

Ritengo molto utile, in principio,  distinguere la pentatonica maggiore da quella minore come viene fatto nella  nella scheda (Scala Blues). In realtà il concetto stesso di scala si adatta poco al blues ed i  solisti che suonano questa musica non pensano certamente alle scale nè quindi, tantomeno, le  separano tra di loro nell’atto di usarle ma fare questa distinzione è utile, a mio avviso, per inquadrare il problema razionalmente e dare all’istinto un piccolo aiuto pratico.

In effetti non c’è musicista di jazz che non utilizzi l’approccio modale anche su serie di accordi complessi. Ovvero anche in presenza cambi di tonalità è possibile ricercare attraverso le note comuni, lo stesso approccio che abbiamo quando suoniamo sul blues.

Per praticare queste due scale possiamo procedere ad applicarle senza l’ausilio di basi preparate ma direttamente sui dischi di blues. Una mappatura degli stili riconducibili al blues sarebbe quanto mai complessa ma per dare qualche indicazione di massima si può dire che  la scala “minore” è più legata al blues “Chicago” o “Urbano”  o agli  “spirituals” o nel blues delle grandi cantanti degli anni 20′ come Bessie Smith o Ma’ Rainey o al blues cosiddetto “Delta Blues” (termine che si riferisce al delta del Mississippi). La scala blues maggiore è invece molto più frequente nel Gospel , nel Rhythm’n Blues e nella musica pop in generale che da quegli stili deriva.  Ripeto “orientativamente “ perché di fatto la maggior parte dei solisti di blues fondono le due scale in una senza farne una vera distinzione anzi aggiungendovi materiale accordale che rende il tutto ancora meno razionalizzabile. Tuttavia questa razionalizzazione è utile, ripeto, per imparare. Nell’assolo di BB.King su questo brano (ascolta brano) è comunque facile ritrovare le due scale nella loro forma pulita utilizzate alternativamente.

Aspetti Armonici

Per prima cosa è opportuno stampare la semplice griglia armonica del blues. In questo caso la tonalità scelta è la più comoda per  il sax

Blues in Bb per Sax Alto  o Baritono

Blues in Bb per Sax Tenore o Soprano

Blues in Bb per strumenti in Do

La caratteristica essenziale che il Blues porta nella musica sotto il profilo armonico è che suonare blues coincide con un tipo di pratica “primitiva” dove l’esecutore ha a disposizione uno strumento limitato che può produrre solo alcune note e quindi l’insieme delle note utilizzate è costituito dalle note che quello strumento può produrre. Ad esempio un piccolo flauto di canna che produce solo 4 o 5 note obbliga l’esecutore a muoversi all’interno di quella scala di suoni eleggendola forzatamente a “Modo”. (Modo = Scala). Quindi la musica modale altro non è che una musica che si svolge all’interno di un modo. (Il termine “Modale” viene spesso assimilato a qualcosa di moderno e complesso solo perché l’approccio modale reintrodotto dal blues nella musica moderna è stato poi utilizzato per procedimenti di sovrapposizione tonale che non alterano comunque il significato originario della parola). Fra le origini del Blues possono essere citate le “work song”  (canti di lavoro) o i primi “spiritual”. Sta di fatto che ad accompagnare questo canto staticamente legato alla “Scala Blues” sono poi stati utilizzati dei cambi armonici elementari che sono gli stessi che ci accingiamo a praticare in questa sede. Ovvero I°7 – IV°7 – V°7.

Forma

Il blues diventa di 12 misure strada facendo ma nasce come libera improvvisazione senza limiti di durata e in modo totalmente autonomo dal concetto di accordo in senso occidentale. L’approccio improvvisativo e discorsivo del blues è qualcosa di quanto mai libero che noi riconduciamo alle dodici misure canoniche solo per collegarci alle prassi esecutive diffuse e anche dal punto di vista armonico il riferimento ad una griglia di accordi è qualcosa che facciamo per convenzione ma che limita fortemente la comprensione di un fenomeno espressivo sostanzialmente intrascrivibile, non razionalizzabile ne’ suddivisibile in elementi più piccoli. Sarebbe come cercare di scomporre in frammenti un un lungo grido modulato in infinite sfumature di tono e significato. In effetti la parcellizzazione della musica è più dettata dalle esigenze di notazione e di esecuzione con strumenti temperati che da esigenze espressive ma la tendenza a razionalizzare ha in questo senso preso il sopravvento finendo per invadere  la didattica a scapito delle pratiche di trasmissione tradizionali.

Aspetti pratici

Praticamente quello che fa un solista di blues è parlare. Racconta le sue storie o recita i suoi versi e la musica si modella sulle parole con un ritmo flessibile, irregolare, imprevedibile. E quando il blues diventa strumentale il solista non smette di raccontare o predicare. Ne scaturisce una forma che adotta le ripetizioni, le pause e le enfasi della parola. Qualcosa di simile al recitativo strumentale della musica classica che come dice il termine si  rifà all’andamento discorsivo del recitativo parlato ma che viene svolto con gli strumenti. In questo senso ognuno può sperimentare su di sé la stessa modalità visto che l’istinto a modulare il discorso parlato con toni più o meno enfatici è qualcosa che tutti conosciamo.

Gli aspetti legati al linguaggio, cioè alle consuetudini che fanno parte di questa musica vanno invece appresi attraverso l’imitazione. In questo senso prima di articolare un discorso rivolto alla collettività diviene indispensabile entrare a farne parte muovendo i primi passi cantando in coro. Il solista “domanda” e il coro “risponde”. La formula domanda/risposta nel blues trova attuazione quasi sempre attraverso il RIFF che diviene il mezzo per imparare il ritmo, le note ed il respiro del gruppo. Quando questa pratica avrà portato ad integrarsi con il gruppo allora l’adepto potrà prendere la parola e dire semplicemente qualcosa di se’.

Individuare un RIFF è facile. È un RIFF una breve frase ritmica che posso suonare su tutto il giro.

Ascoltando il brano già proposto di BB.King sarà molto facile rintracciare dei riff.

ESEMPI:

In questo esempio suono con il sax sopra il suddetto brano cercando di ricalcare alcuni riff suggeriti dal solista. (ascolta esempio)

In questo altro esempio suono la scala “maggiore” blues su tutto il giro di blues della base aebersold swing. Attenzione al Re naturale! Quando durante il chorus si incontra il 4 grado (cioè l’accordo di Eb7  sulla 4° battuta e spesso sulla 2°) il Re DEVE diventare Re bemolle. Questo mi costringe su quegli accordi ad usare comunque la scala “minore”. (ascolta esempio)

La stessa difficoltà non si incontra utilizzando la scala “minore” che adotta ordinariamente il Db su tutto il giro armonico imponendo la sonorità minore dalla prima battuta dove l’accordo è come è noto Bb7 (ascolta l’esempio).

In quest’altro esempio suono la scala pentatonica maggiore su un pezzo pop. é facile constatare le innumerevoli analogie con il blues (ascolta l’esempio)

ESERCIZIO:

Praticare il blues nella forma più semplice possibile utilizzando solo la scala blues  o materiale accordale. Mi riservo di scrivere frasi accordali per chi voglia approfondire l’argomento con le lezioni on line.

1) Pratica le varie scale sul pezzo di BB.King cercando di ricalcare le frasi dei solisti. Provare a trascrivere su carta qualche frase.  Anche una sola frase trascritta è un ottimo risultato.

2) pratica le varie scale sul giro di blues swing. (scarica base). Nella prox. scheda cominceremo ad entrare nel merito degli accordi di questo tipo di blues molto simile, anche se leggermente più semplice , a blues for alice come viene presentato nella scheda relativa.